Monday, September 14, 2020

Il dio-nascosto di Cusano



il Dio nascosto di Nicola Cusano 

Un gentile disse [a un cristiano]: ti vedo inginocchiato con grande devozione, mentre versi lacrime di amore sincero e non falso. 
Dimmi, chi sei? 

CRISTIANO. Sono il cristiano.

GENTILE. Che cosa adori?

CRISTIANO. Dio.

GENTILE. Chi è il Dio che adori?

CRISTIANO. Non lo so.


GENTILE. Come fai ad adorare con tanta serietà che non conosci? CRISTIANO. Adoro perché ignoro.
GENTILE. Mi stupisco che l'uomo possa essere preso da ciò che ignora. CRISTIANO.  più strano che l'uomo sia preso da ciò che crede di sapere. GENTILE. Perché?
CRISTIANO. Perché conosce meno ci� che crede di sapere di ciò che sa di ignorare.
GENTILE. Spiegalo, ti prego.
CRISTIANO. Siccome non si può sapere nulla, chiunque creda di sapere qualcosa, a me sembra un folle.
GENTILE. A parer mio, il folle sei tu che dici che non si può conoscere nulla. CRISTIANO. Intendo per scienza l'apprendimento della verit6. Chi afferma di sapere, dice di avere appreso la verità.
GENTILE. Anche io lo credo.
CRISTIANO. E come può essere appresa la verita se non per se stessa? Ma allora essa non è appresa, perché chi apprende  prima e l'appreso dopo.
GENTILE. Non capisco come la verità possa essere appresa solo per se stessa.
CRISTIANO. Credi che ciò che è afferrabile in modo diverso sia anche nel diverso?
GENTILE. Sì.
CRISTIANO. Sbagli in modo evidente. La verità non è al di fuori della verità; il circolo non è al di fuori della circolarità, l'uomo non è al di fuori dell'umanità. Dunque, la verità non si trova al di fuori della verità, non altrimenti, non in altro.
GENTILE. In che modo allora so che cosa � l'uomo, che cosa la pietra e, cos�, di ogni cosa che so?
CRISTIANO. Tu non ne sai nulla, ma credi di sapere. Se ti avessi interrogato sulla quiddit� di ci� che credi di sapere, avresti affermato che non sei capace di esprimere la verit� dell'uomo o della pietra. Bens� sai che l'uomo non � la pietra, e ci� non deriva dalla scienza per la quale conosci l'uomo, la pietra e la [loro] differenza, ma dall'accidente, dalla diversit� delle operazioni e delle figure. A queste cose, quando le distingui, imponi i nomi diversi. Il movimento della ragione distinuva �mpone i nomi.
GENTILE. C'� una sola verit� o molte verit�?
CRISTIANO. La verit� � una sola. L'unit� � una sola e la verit� coincide con l'unit�, perch� � vero che c'� una sola unit�. Come nel numero non si trova che una sola unit�, cos� nei molti non si trova che una sola verit�. E, pertanto, chi non raggiunge l'unit�, non conoscer� mai il numero, e chi non raggiunge la verit� nell'unit� non pu� sapere nulla di vero. E, sebbene creda di sapere con verit�, si accorge facilmente che ci� che crede di sapere si pu� sapere con pi� verit�. Il visibile pu� essere sempre visto con pi� verit� di quanto non lo veda tu. Ed � visto con pi� verit� dagli occhi pi� acuti. Dunque non � visto da te come � visibile in verit�. Lo stesso si pu� dire dell'udito e degli altri sensi. Ora, poich� tutto ci� che �saputo, ma non con la scienza con la quale pu� essere saputo, non � conosciuto in verit�, ma diversamente e in altro -- infatti non si conosce la verit� altrimenti e diversamente dal modo che � la verit� stessa --, ne segue che � folle chi crede di sapere qualcosa in verit�, e che ignora la verit�. Non passerebbe forse per pazzo quel cieco che credesse di conoscere le differenze dei dolori quando non conosce il colore?
GENTILE. Quale uomo �, allora, sapiente, se non si pu� sapere nulla? CRISTIANO. Deve essere stimato sapiente chi sa di essere ignorante. E venera la verit� chi sa di non potere apprendere nulla, ossia di non potere essere, vivere e conoscere, senza di essa.
GENTILE. Ma all'adorazione [di Dio] non ti ha attirato proprio il desiderio di essere nella verit�?
CRISTIANO, � come dici. Io onoro Dio, non quel [Dio] che la tua religione di gentile nomina e crede falsamente di conoscere, bens� quel Dio che � la verit� ineffabile.
GENTILE. Ti prego, fratello, qual � la differenza tra te e me quando onori Dio che � la verit� e io non voglio onorare quel Dio che non � Dio in verit�? CRISTIANO. Le differenze sono molte. Ma la differenza una e massima � che noi onoriamo la verit� assoluta, non mescolata, eterna, ineffabile; invece voi onorate non la verit� stessa come � assoluta in s�, ma come � nelle sue opere; non l'unit� assoluta, ma l'unit� nel numero e nella molteplicit�, e vi sbagliate perch� la verit� che � Dio non si pu� comunicare ad altro.
GENTILE. Ti prego, fratello, conducimi a capirti quando parli del tuo Dio. Dimmi, che cosa sai del Dio che adori?
CRISTIANO. So che tutto ci� che so, non � Dio, e che tutto ci� che concepisco, non gli � somigliante, ma che egli � al di sopra di tutto. GENTILE. Dunque Dio � nulla.
CRISTIANO. Non � il nulla, perch� questo nulla ha il nome di nulla. GENTILE. Se non � nulla, � allora qualcosa.
CRISTIANO. Non � qualcosa. Qualcosa, infatti, non � tutto. Dio non � qualcosa piuttosto che tutto.
GENTILE. Tu affermi in modo strano che il Dio che adori non e n� nulla, n� qualcosa, affermazione che nessuna ragione comprende.
CRISTIANO. Dio � al di sopra di nulla e di qualcosa perch� il nulla gli obbedisce s� da divenire qualcosa. E questa � la sua onnipotenza. Per la sua potenza, egli supera tutto ci� che e o non �, per cui gli obbedisce sia ci� che non �, sia ci� che �. Egli fa che il non-essere venga in essere e che l'essere passi nel non-essere. Egli non � nulla di quanto � sotto di lui e che la sua onnipotenza previene. Pertanto, non pu� essere detto pi� questo che quello, perch� tutte le cose sono da lui.
GENTILE. Pu� essere nominato?
CRISTIANO. � piccola cosa quella che � nominata. La grandezza di ci� che non pu� essere concepito, rimane ineffabile.
GENTILE. � allora ineffabile?
CRISTIANO. Non � ineffabile, bens� esprimibile al di sopra di tutto, in quanto � la causa di tutte le cose nominabili. Colui che d� il nome agli altri, come pu� esser senza nome?
GENTILE. �, dunque, esprimibile e ineffabile insieme.
CRISTIANO. Neppur questo. Dio non � la radice della contraddizione, ma � la semplicit� stessa anteriore ad ogni radice. Pertanto, non dobbiamo dire che � esprimibile e ineffabile insieme.
GENTILE. Allora che cosa dici di esso?
CRISTIANO. Che egli non � nominato n� non nominato, n� nominato e non nominato insieme; bens� tutte le cose che si possono dire in modo disgiuntivo e copulativo per consenso o contraddizione, non convengono a lui a causa dell'eccellenza della sua infinit�, perch� � il principio unico anteriore a ogni pensiero che possiamo formarci di lui.
GENTILE. Allora a Dio non converrebbe l'essere.
CRISTIANO. Dici bene.
GENTILE. Allora � nulla.
CRISTIANO. Non � nulla, n� non �, n� � e non e insieme, ma � la fonte e l'origine di tutti i principi dell'essere e del non-essere.
GENTILE. Dio � la fonte dei principi dell'essere e del non-essere? CRISTIANO. No.
GENTILE. Tu l'hai detto poco prima.
CRISTIANO. Ho detto la verit� quando l'ho detto, e dico la verit� anche ora, quando lo nego. Perch� se ci sono i principi dell'essere e del non-essere, Dio � anteriore ad essi. Ma il non-essere non ha il principio del non-essere, ma dell'essere. Il non-essere ha bisogno del principio per essere. C'� allora il principio del non-essere, perch� il non-essere non � senza di esso.
GENTILE. Dio � verit�?
CRISTIANO. No, ma � anteriore a ogni verit�.
GENTILE. � diverso dalla verit�?
CRISTIANO. No, perch� l'alterit� non pu� convenirgli. Ma � infinitamente anteriore a tutto ci� che possiamo concepire e nominare della verit�, in modo eccellente.
GENTILE. Non chiamate Dio, Dio?
CRISTIANO. S�.
GENTILE. Dite il vero o il falso?
CRISTIANO. N� l'una cosa n� l'altra, n� tutte e due. Infatti non diciamo il vero, cio� che questo sia il suo nome, n� il falso, perch� non � falso che questo sia il suo nome. N� diciamo il vero e il falso, perch� la sua semplicit� � anteriore a tutte �e cose sia nominabili che non nominabili.
GENTILE. Perch� lo chiamate Dio, se ignorate il suo nome?
CRISTIANO. Per la somiglianza della perfezione.
GENTILE. Spiegalo, ti prego.
CRISTIANO. Dio � chiamato cos� da theoro, cio� vedo. Dio � nella nostra sfera come la vista nella sfera del colore. Il colore � afferrato solo dalla vista; e, perch� possa cogliere liberamente ogni colore, il centro della vista � senza colore. Dunque la vista non si trova nella sfera del colore, perch� � priva di colore. Perci� secondo la sfera del colore, la vista � un nulla piuttosto che qualcosa. La sfera del colore non coglie l'essere al di fuori della sua sfera, ma afferma che � tutto ci� che � nella sua sfera. Qui non si trova la vista. La vista, dunque, che esiste senza il colore non ha un nome nella sfera del colore, perch� non le corrisponde nessun nome di colore. La vista d� il nome a ogni colore per la distinzione, perci� dipende dalla vista ogni imposizione di nome nella sfera del colore, ma comprendiamo che il suo nome, dal quale [�] ogni nome [di colore] � piuttosto nulla che alcunch�. Dio si comporta nei confronti di tutte le cose come la vista rispetto ai visibili.
GENTILE. Ho apprezzato quello che hai detto, e ho capito chiaramente che nella sfera di tutte le creature non si trova Dio, n� il suo nome. Dio sfugge a ogni concetto piuttosto che essere l'affermazione di qualcosa, in quanto egli non si trova nella sfera delle creature, non avendo la condizione di creatura. Nella sfera dei composti non si trova il non-composto, e tutti i nomi che sono nominati sono nomi di composti. Il composto non � da s�, ma da quello che � anteriore a ogni composto. E, sebbene la sfera dei composti e tutti i composti sono ci� che sono per lui, tuttavia, in quanto egli non � composto, non e conosciuto nella sfera dei composti. Sia, dunque, benedetto nei secoli Dio che si nasconde agli occhi di tutti i sapienti del mondo.

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