Monday, September 14, 2020

Parmenide nulleggia





Pensare il nulla è precisamente ciò che, secondo la tradizione metafisica, non va fatto. Non va fatto perchè non è possibile farlo. 

Pensare il nulla è cadere in contraddizione, è pensare qualche cosa, quindi attribuire l'essere a qualche cosa che non è. 


Nella misura in cui io dico che il nulla non è o che il non essere non è, già entro in contraddizione perchè attribuisco qualche cosa, sia pure il non essere, a qualche cosa che assolutamente non è, non essere stesso. 

Ed ora l'idea profonda, l'idea che sta nel cuore del pensiero di Parmenide, il vero padre della metafisica: tu non penserai il nulla. Questo interdetto, questa proibizione di pensare il nulla, la ritroviamo, via via, in tutta la storia della filosofia. 

La ritroviamo in Platone, il quale compie - come lui stesso dice nel Sofista - un parricidio, perché  cerca di pensare il nulla, introduce il nulla nel discorso filosofico. Ma il parricidio, come Platone stesso dimostra, si risolve in un grande elogio, in un trionfo del padre, in un grande elogio di Parmenide, perch� in realt� Platone dimostra l'impossibilit� di pensare il nulla in quanto nulla. Il nulla pu� esser pensato soltanto come finzione, solo per analogia, serve per spiegare ci� che altrimenti non potremmo spiegare, cio� la molteplicit�, quindi, in definitiva, il divenire. Ma, assolta questa funzione - una specie di finzione - assolta questa funzione, del nulla non ne � pi� nulla. Ma del nulla non ne � pi� nulla nella scienza, che davvero � l'erede di questa tradizione metafisica. E la scienza pensa ci� che �, con i suoi strumenti agisce su ci� che �, sperimenta ci� che �, ma lasciando ci� che non � fuori del campo della sperimentazione possibile. Di nuovo si dice: i buchi neri, oppure i numeri razionali, sono finzioni platoniche, sono di nuovo elementi introdotti nel discorso, che per� non hanno nessun peso ontologico, nessuna realt� ontologica. L� dove invece esiste una vera e propria ontologia del nulla, ma esiste come trasgressione dell'interdetto parmenideo. Questa ontologia del nulla la possiamo ricostruire. Ci sono tracce nella storia della filosofia. E siccome il nulla � il grande rimosso della storia della filosofia occidentale, � chiaro che l'ontologia del nulla non pu� essere cercata che negli episodi marginali di questa storia della filosofia. Ha lasciato soltanto delle tracce, non � stata elaborata una vera e propria ontologia del nulla o meontologia. Ma le tracce sono rivelative, sono importanti e ci mettono, ci fanno incontrare autori - che magari non interpreteremmo in questa chiave, ma che in questa chiave vanno interpretati - come Plotino, il quale sostiene che il nulla � al di l� dell'essere, anzi ne � il fondamento, il non essere � il fondamento dell'essere e dunque converte l'essere nella libert�. Troveremo questa stessa idea nei mistici, che arrivano a identificare Dio con il nulla e troveremo quest'idea nei romantici, i quali cercheranno di elaborare una vera e propria ontologia della libert�, cio� una concezione dell'essere come libert� piuttosto che come necessit�, su base estetica. Perch� su base estetica? Perch� appunto l'arte, � quella che ci rende sperimentabile il paradosso dei paradossi, il paradosso per cui l'essere, la verit� dell'essere �, ma � sempre altra da s�. Le opere d'arte di che cosa parlano, se non della verit� dell'essere? Ma questa verit� dell'essere che cosa �, se non sempre altra da s�. E' addirittura contraddittoria rispetto a se stessa.

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