Eckhart
DIO È “IL NULLA, NÉ QUESTO NÉ QUELLO” ECKHAR ECKHART di Sergio Givone: “Storia del nulla”.
In esso l'autore vuole tracciare una storia del concetto di nulla.
A questa storia, intesa dall'autore come una controstoria del rimosso della storia della filosofia, apparterebbe anche Eckhart, il cui pensiero porrebbe il nulla quale fondamento ultimo. Secondo questa interpretazione, il pensiero di Eckhart dimostrebbe che «Tutto appare instabile, effimero, perituro.
E infatti tutto muore e prima
ancora di morire appare nella luce di una fondamentale nullità»Givone S. Givone, Storia del nulla ECKHART E' E' Dionigi l'Areopagita, praticamente onnipresente nella riflessione di Eckhart dell'estasi mistica essere
il nulla e poter essere riempito da Dio. Se si ama, si ama in maniera creaturale, si soffre, si agisce,
ma non si può creare in sé quel nulla che rende possibile l'unione con Dio, perché Dio non può
essere in altro se non in colui che non oppone alcun ingombro alla sua presenza: «Ora, il distacco è
così vicino al nulla, che nulla è tanto sottile da poter trovare ricetto nel distacco, se non Dio solo.
Solo lui è tanto semplice e tanto sottile da poter trovare ricetto nello spirito distaccato. Perciò il
distacco non è aperto ad altro che a Dio»10.
7 Ho letto molti scritti, sia dei maestri pagani che dei profeti, dell'Antico e del Nuovo Testamento, e ho cercato con
serietà e totale impegno quale sia la più alta e migliore virtù attraverso cui l'uomo possa unirsi nel modo più intenso e
stretto a Dio, e per grazia diventare ciò che Dio è per natura, e attraverso cui l'uomo sia maggiormente simile
all'immagine che egli era in Dio, prima che Dio creasse le creature. E quando approfondisco tutti questi scritti, per
quanto lo può la mia ragione e per quanto essa è in grado di capire, io non trovo altro che questo: il puro distacco è
superiore a ogni cosa, giacché tutte le virtù mirano in qualche modo alla creatura, mentre il distacco è svincolato da
tutte le creature. (Del distacco, in: Dell'uomo..., p. 131)
8 Del distacco, in: Dell'uomo..., pp. 131-132.
9 G. Tauler, Opere spirituali, a c. di B. de Blasio, Alba 1977, p. 126.
10 Del distacco, in: Dell'uomo..., pp. 131-132.
5 FDF UPS - STOQ
PERILLO, Eckhart
Il distacco consiste nell'insensibilità dello spirito verso ogni vicissitudine, sia gioiosa che
sofferta. In questa condizione l'uomo, nella misura in cui gli è possibile, si rende uguale a Dio.
Il distacco dell'uomo da ogni realtà creata, distacco anche dalla sua stessa volontà e dal suo
desiderio, perfino distaccato dal desiderio di Dio, si giustifica nell'assunzione dell'unità quale
naturale luogo di Dio. L'aspetto specifico di Dio è l'essere Uno.
4. L'UNO: IL NULLA OLTRE OGNI NEGAZIONE
Dio è l'Uno. Ma cosa vuol dire Uno? Uno dice anzitutto il Padre: principio senza principio11,
una definizione che ricorre anche nella Lectura super Ioannem di Tommaso d'Aquino12. Uno è Dio
in se stesso, prima di effondersi nel Figlio e nello Spirito. È il Padre della divinità o Dio stesso colto
nell'assoluta unità: negazione della negazione, l'al di là di ogni definizione e di ogni possibile
predicabilità, il tutto da cui nulla sgorga:
L'Uno è una negazione della negazione. Tutte le creature portano in sé una negazione: l'una nega di essere l'altra. Un
angelo nega di essere un altro. Dio, invece, ha una negazione della negazione; egli è Uno, e nega tutto il resto, perché
niente è al di fuori di Dio. Tutte le creature sono in Dio e sono la sua propria divinità, e questo significa la pienezza
[…]. Egli è un Padre della intera divinità. Dico perciò divinità, perché là niente sgorga, niente viene toccato o pensato.
Nel fatto di negare qualcosa a Dio – ad esempio la bontà, ma in verità non negare nulla a Dio - , dunque nel fatto di
negare qualcosa a Dio, io concepisco qualcosa che egli non è; e proprio questo deve sparire. Dio è Uno, è una negazione
della negazione13.
In questo denso passaggio è rinvenibile ancora un riferimento a Tommaso d'Aquino, ma
soprattutto alla rifles
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