L'essere pensante quale mente che mai mente disvela il transvisibile nell'armonia afenomenica quale epistemica della mente nel chiasm-in/visibile e poi nelle singolarità svelate quali superstringhe,
robert paster così disvela le topologie dinamiche intenzionali di m. pitkanen per approdare all'epistemica della mente modellata sulla m-theory dell'in/visibile. L'esserci in-visibile è il nullo fondamento di una nullità. Il Dasein in-visibile è l'evento fondamentale dell'esserci: essere-nel-mondo è l'essere visibile o essere nell'excstatica radura o Lichtung dell'essere in/visibile: c'è sempre innanzi l'infinito o il transinfinito in-visibile, è il chiasma-in/visibile, l'essere si dà luce da sé, senza perchè, c'è in/visibile, l'essere s'eventua aldilà, c'è. L'essere invisibile si dà alla luce da sé, aldilà, c'è l'essere che si dà luce e si dà alla luce aldilà del tempo che non c'è, aldilà del tempo in-visibile. LA singolarità dell'evento dà alla luce, si dà in splendenza della vivenza invisibile. O si è splendenza dell'esserci, nulla o niente della mondità abissale senza anime né sensi. SI attende che l'evento invisibile dell'essere si sveli dagli abissi con le luci delle aurore dell'essere transcendenza. La splendenza dell'evento dell’essere, o storia dell'oblio dell'essere . L'essere invisibile è il nullo fondamento di una nullità. Il Dasein invisibile è l'evento fondamentale dell'esserci: essere-nel-mondo è l'essere, o essere nella radura o Lichtung invisibile dell'essere, o nella verità dell'essere come cura invisibile dell'esserci. Nel visibile star-fuori nella radura il Dasein-invisibile, o L'essere-nel-mondo soggiorna in excstasi. Il soggiornare abissale è l'intenzionalità in/visibile nella radura ove abita poeticamente l'evento invisibile dell'essersi, lì l'essere dimensiona l'estaticità dell' evento. È solo in tale sfondo abissale e transinfinito dell'essere invisibile che si eventua la verità dell'essere. La fenomenica invisibile o noumenica o epistemica si dà ragione e propone fini, impone regole, dispone mezzi e adatta ogni cosa ai modi dell'azione, si dispiega ed è ovunque in priorità un porre-innanzi, una presenza dell' imperativo categorico ideale della transcendenza. La visibilità mondana ha agito troppo e pensato troppo poco, giacchè la definizione di fini, di mete e di mezzi è sin dall'epigenesi inadeguata nell' abnegarsi in eventi o Ereignis invisibile: nessuno ideò l' invisibile dell'evento, giacchè lì c' è l'invisibile-Essere o l'essere che si eventua invisibile. L'evento dell'essere getta l' invisibile dell'essere evento, è il mostrarsi o manifestarsi nell'evento, o nella struttura ontologica dell'evento, nella dispieganza della verità dell'essere invisibile e così consente di pensare l'essere. È l'essere invisibile che si eventua, in radura dell'essere evento che abita poeticamente sia la fondatezza che l'essere fondamento infondato o Ab-Grund invisibile, ogni fondazione è inadeguata all'essere come fondatezza, giacchè ogni fondazione non può che ridurre l'essere ad entità: il pensiero pensa la verità dell'essere invisibile, giammai la verità della metafisica, ma la verità come aletheia, il sorgere-di-per-sé è invisibile dal nascondimento al mostrarsi o manifestarsi; nella disvelatezza si fonda l'evento invisibile dell'essersi, è la dispieganza ove accade l'evento dell'aletheia invisibile dell'essersi. Gestell che disveli la Gestell della disvelatezza dell'evento aletheia- invisibile quale cura o custodia di ciò che è libertà invisibile disvelatezza ontologica dell'essere. La metafisica dell' invisibile ideata da Platone evidenzia nell'essere la sola idea fenomenica o noumenica o epistemica. Platone ideò l'idea dell'evidenza dell'essere che è l'entità stessa dell'ente, o l'essere dell'ente o idea a priori platonica quale idea dell'ente nel suo essere ente dell'essere che si mostri nei fenomena. È l'inizio fenomenico dell'ente o dell'essere dell'entità. L'essere dell'ente è fenomenica ideale o noumenica o epistemica sia pure la purezza-invisibile. Platone ideò l'archetipo della metafisica dell invisibile e pensò l'essere quale adequatio metafisica e fenomenica, o essere dell'entità fenomenica; pensare l'essere dell'ente è visibile dinamica della metafisica fenomenica dell'essere dell' ente del mondo-immagine. È la Gestell dell' evento quale radura della verità invisibile dell'essere che dispiega La verità dell' essere o l’essere libertà ontologica invisibile, è la struttura ontologca invisibile dell’essere. Platone ideò il fenomeno dell'evento dell’essere dell'ente quale fondamento dell’apparenza, o evidenziarsi dell’essere delle entità:l’evento si iscrive ancora nel fenomeno sia pure nella purezza fenomenica ermeneutica. Dasein invisibile o la priorità dell' apriori, o struttura ontologica o filosofia ermeneutica della verità in/visibile. Verità e interpretanza infinita della differenza ontologica, quale priorità della fondatezza dell’ invisibile, è l'ermeneutica fenomenica dell’essere dell’ente nel suo essere svelato quale verità, o mostrarsi o manifestarsi purezza ideale dei fenomena, l’ente dell’essere verità dell’essere. L’immagine o l'imago non si nasconde più nell'oblio ideale fenomenico, o nella purezza visibile o evidente nell'idea dell'essere dell'ente, e perciò invisibile o afenomenica o anoumenica o aepistemica e asimmetrica o incalcolabile, indicibile, inaudita, indecidibile, incommensurabile. L’essersi disvelato consente all'essere d'essere evento dell'Ontologia Del Dasein invisibile, e non più solo l'ideale fenomeno dell'essere entità ideale della purezza della transcendenza noumenica o epistemica o metafisica dell’esserci, quale Metaphysik des Daseins invisibile. Lì il Da-sein si eventua dall'Abgründ invisibile della purezza ideale, o eventuarsi del Dasein invisibile del fenomeno: nihil est sine ratione, anche la purezza fenomenica. Niente è senza translogos o ideale o noumenico o epistemico, neanche l'essere dell'entità. Leibniz disvelò l'eventuarsi dell' in-visibile quale verità che non si dà più come adaequatio rei et intellectus, ma quale disvelanza dell'essere-monade in-visibile, quale svelatezza che eventui anche il fenomeno o il noumeno o l'epistemè dell’evidenza ideale dell’essere dell'entità. Tale invisibile svelatezza è la verità dell’essere, o verità ontologica. Tra verità ontologica dell'evento invisibile dell'essere e verità ontica ideale dell’ente si dà la differenza ontologica invisibile dell' essere. L’essere si dà nell'evento quale svelatezza che consenta lo svelarsi ideale o fenomenica o noumenica o epistemica dell’ente: è l’essenza della fondatezza dell'essersi evento-in/visibile: lì è non-ente, niente, nulla o verità che si biforchi in ontica fenomenica ideale della purezza e transcendenza ontologica o transontologica dell'evento invisibile. La svelatezza, il mostrarsi o il manifestarsi, dell'evento ideale è consentita dall'abnegarsi della differenza ontologica: è la fondatezza della differenza ontologica quale trascendenza invisibile dell’esserci. L’esserci è l'evento invisibile, l’esserci trascende, perché mai si adegua all’entità, ma lo eventua nella svelatezza dell'essere. La trascendenza ontologica è invisibile: l'essere si dà oltre, aldilà ed al di sopra, oltrepassa la fenomenica. È transcendenza che transcende, oltrepassa il fenomeno della purezza. L’esserci invisibile si eventua nella transcendenza come essere-nel-mondo, o essere nella purezza della mondità. L’accadere dell'evento getta l'aldilà dell’esserci o essere-nel-mondo-invisibile: Husserl prima e Merleau-Ponty dopo idearono la passività dell’essere visti o dell’essere ascoltati, è l' ontologia dell'in/visibile. Quando la visione silenziosa del dicibile iscrive la verità del visibile o sguardo dello spirito, intuitus mentis, fenomeno fondamentale che si manifesta carnale-idea o senso del corpo, lì si vede e si ode. Il chiasma-Merleau-Ponty è l'ontologia fenomenica dell'epigenesi del senso visibile et invisibile, Il visibile è l’invisibile. M. Merleau-Ponty è l'in/visibile Merleau-Ponty-Ousia, l’ontologia dell'in/visibile M. Merleau-Ponty o intercorporeità. Il riconoscimento in/visibile consente la Natura, o le concordanze intuitive dei corpi viventi. L’entità carnale del corpo è l’essere in/visibile archè-predicato intercorporeo. Merleau-Ponty e Husserl così pensarono la Nature dell'in/visibile. M. Merleau-Ponty e Husserl svelarono l’Essere-in/visibile. Merleau-Ponty e Husserl intuirono l'in/visibile dell'essere presenza corporea o parousia in/visibile dell'essere dell'entità. E. Husserl svelò la spazialità in/visibile al di là, quale in/visibile ontologico, il mondo in cui si dà «in carne ed ossa», la spazialità di una temporalità primigenia, corpo dell'esserci e dell'alterità: visione della Nature-in/visibile. E. Husserl svelò così l' intenzionalità dell'in/visibile purezza carnale tra l'esserci e la Natura. Husserl è l'in/visibile intenzionalità della filosofia irriflessa naturale, è La filosofia che evidenzi l'in/visibile della Natura transcendentale fenomenica, o l’epoché fenomenica dell'in/visibile transcendenza. Husserl è il chiasma Nature-in/visibile. La fenomenica del chiasma-in/visibile è l’essere-corpo della mente quale intenzionalità dell' in/visibile intenzionalità della transcendenza dell’esserci: l’intenzionalità fenomenica transcendentale è inclusa nella mente-in/visibile, è evidente, è insieme essere attraente metamorfosi della natura. Le visible è l’invisible, riecheggia lì l’incontro spaziale tra le strutture matematiche ontologiche dei fenomeni-in/visibili, è il chiasma-Merleau-Ponty. Husserl dispiegò la differenza visible-invisible dell' essere nell' essere-in/visibile: quale essere dell’ente e non è nulla, ma è la passività-in/visibile•• è essere-in/visibile con l’essere del mondo, l’epoché-in/visibile intenzionale passiva dell'essere nella mondità, è la transcendenza in/visibile, è al mondo una monade-in/visibile. E. Husserl svelò così il chiasma visible-invisible dell’essere in sé o essere-in/visibile natura e corpo, l’essere “già là” prima della riflessione, l’essere in/visibile prima del sensibile-carnale, essere-presenza-in/visibile, essere eccedenza-in/visibile dell'evidenza e della presenza fenomenica, quale ontologia-in/visibile. Husserl svelò l'intenzionalità-in/visibile Nel corso della passività-intenzionalità dell'esserci-intercorpo: il sonno, l’inconscio e la memoria sono momenti ove non si è più presenti a sè e si è nel contempo con il mondo: lasciarsi andare, affidarsi, essere nel sonno-sogno, dormire, addormentarsi, con-cedersi, cedere al sonno e alla sua sognante-compiacenza è l' essere la differenza in/visibile della presenza nella mondità, nel mondo-della-vita, o intenzionalità-in/visibile passiva. Husserl svelò la non-intenzionalità in/visibile del sonno o l'ontologia della memoria involontaria e in/visibile proustiana: l’essere s’agita per sapere dove si è, senza riuscirci, tutto gira intorno nel buio: le cose, i paesi, gli anni. Il corpo è ancora intorpidito, e cerca di ritrovare la posizione, per dedurne la direzione della parete, il posto dei mobili, per ricostruire e dare un nome alla dimora dov’è. La memoria di sé, la memoria ontologica-in/visibile è il chiasma proustiano: invisibili muri mutano posto in relatività della forma della stanza immaginata, intorno nelle tenebre. E prima che il pensiero esitante sulla soglia dei tempi e delle forme riconosca l’abitazione, le circostanze, il corpo della mente in/visibile ricorda ogni stanza, il letto, le porte, l’esposizione delle finestre e l’esistenza di una presenza là e che si ritrova al risveglio. Proust è in/visibile a Proust, è presentemente assente o assentemente presente• Il sogno è una varietà in/visibile o veglia, sogno senza essere l'essere o pensare d' essere in/visibile, chiasma onirico sonno/corpo/passività/sogno pensante ed essere corpo pensato, assentemente presente, spazio naturale e spazio in/visibile husserliano, la spazialità dell'esserci-in/visibile. Nel plesso della spazialità in/visibile c'è chiasma-spazialità dell'ontologia dello spaziotempo naturale. Raum-in/visibile, spaziotempo e spazigeometrico a-euclideo e mondità spaziale transcendentale o spazialità-in/visibile geometrica. Husserl interpretò la geometria quale spazialità naturale, o geometria a-euclidea, matematica-formale, o ontologia formale in/visibile dello spazio in/visibile. Lo spazio in/visibile è natura spaziale o spazio del mondo fenomenico. Ma l'in/visibilità dello spazio è lo spazio del mondo, o lo spazio delle varietà spaziali in/visibili o varietà spaziali differenziali, è lo spazio dell'esserci o spazitempo o struttura ontopologica in/visibile della spazialità del mondo. Lì c'è la transvisione dell'essere pensante che contempli la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile. L'apeiron dei quanta è già senza fine o una abissalità senza fondale ove c'è l'evento-in/visibile, lì si dà diafanè la transvedenza in/visibile, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'eventurarsi o svelatezza della singolarità-in/visibile, o ereignis della splendenza. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica quale coniuganza dell' essere abissale in/visibile che si evidenzia nella svelatezza senza fine, quale risplendenza: qui la purezza è l'abnegarsi in/visibile fenomenica o in/visibile-intermittenza, tanto da evidenziarsi in diafanè fenomena-noumenica. La geometria o matematica innata nelle stelle è inerente nel kosmos o è kosmesi o varietà-monade dell'essere visibile, nella sua purezza d'essere-in/visibile: lì un attimo è l' istante, c'è l'evento, c'è l' EREIGNIS in/visibile o dispieganza dell' Essere evento in/visibile dell'Ereignis. Ereignis è il pensiero che si pensi in/visibile, pensiero dell'essere in/visibile, o evento dell' essere. Il pensiero in/visibile è l' originale pensiero dell'essere perchè è il pensiero dell'evento in/visibile dell'essere abissale, è dispieganza nello spazio-tempo dell'evento. La verità dell'essere in/visibile eventuanza, è l' Ereignis-in/visibile, ed è l' Essere verità dell' Essere-in/visibilità dell' essere. La morte non è un evento che ponga fine al Dasein in/visibile: è sempre presente nel Dasein-in/visibile, come possibilità di impossibilità del suo essere-in/visibile. La morte è in/visibile nulla, l'altro-che-entità, il non ente, il niente o l' Ereignis in/visibile dell' Ereignis o EREIGNIS della svelatezza in/visibile, quale chiasmevento e fondamento della verità ecstatica, l'al di là in/visibile transinfinita. La sua qualità è il suo essere-per-sé o transinfinita in/visibilità non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre dell'eventuarsi in/visibile dell' essere quantica infinità, è la differenza tra l'equilibrio instabile o transtabile, è il muoversi transinfinito dell'essersi in dispieganza o dell'essere dell'ente dinamico, o l'eventuarsi in Dasein-in/visibile, o Essere EREIGNIS Dasein dell'Essere nel DASEIN. Nel rivelarsi Dasein dell'Essere c'è l'eventuanza del Dasein dell' Essere transinfinito, transinfinita matematica o topologia dell'essere Infinito o transfinito, o in/visibile-apeiron dell'essere. Il Dasein Ontologico dell' Essere è l'Essere nella sua verità, o si dà quale Essere nell'eventuarsi dell' Essere o è l'Essere-in/visibile, Dasein in/visibile, oltre che essere mistero dell' essere. Essere in/visibile Dasein quale evento dell' essere evento in/visibile dell' Essere in sé, o dell'Essere che si mostri o si dimostri in/visibile. Essere in/visibile-Dasein della verità dell'essere. La verità dell'essere è la transinfinita in/visibilità, o Ereignis del Dasein dell' essere. Dasein è in/visibile-essere, o è la verità in/visibile dell'essere. Dasein quale aletheia in/visibile dell' Essere. Dasein che consenta all'Essere la transinfinita in/visibilità nel Dasein, o Essere EREIGNIS in/visibile del Dasein dell'Essere DASEIN-in/visibile. Nel rivelarsi Dasein dell'Essere c'è l'evento del Dasein in/visibile dell' Essere transinfinito, o Essere evento transinfinito dell' Essere excstasi della verità dell' Essere in/visibile Dasein. L' Essere intuizione di forme dell' essere fenomenale, o topologia dell'essere nous o noumenica, o essere superiore dell'ideale quale transontologia dell'essere e topologia dell'esserci, quale transinfinito abissale sempre di fronte, gegenstand-imago, sempre aldilà, oltre trascendenza dell'essersi sempre di fronte con l'imago transinfinita, con la transtabilità, asimmetrie nella simmetria, decostruite dall' instabilità della spazialità transinfinita in exkstasis. Transvisione della transcendenza excstatica dell'essersi, o transcendenza dell'essere estensione dell'essere senza fine, senza confine e senza transtelos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi che si dà nel mondo, c’è nell'essersi excstatica transinfinita, è l'evento della verità dell'essersi imago in/visibile. Il suo luogo transcendentale è l'imago, quale topologia dell'essere o spazialità transinfinita sempre oltre o aldilà delle ontologie regionali, della fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand si svela sempre quale spazialità della verità, è l' Abgrund dell' imago in/visibile transcendentale, quale verità della transcendenza la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità, singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno, si disvelò così l’intenzionalità in/visibile topologica-transcendentale superiore della conoscenza epistemica. È l'in/visibile-imago fondersi abissale quale in/visibilità che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi spaziale e temporale della transcendenza fenomenica, si svelò lì il Gegenstand che ci sta di-fronte quale imago in/visibile: il Gegen-stand che ci sta di-fronte è l'eventuarsi dell'in/visibile Gegen-stand dell'essersi, sempre al di là della vivenza o della mondità o mondanità o della Fenomenica o noumenica. Nell’evidenza si dà La fenomenicità del fenomeno eccede quella evidenza per essere la transvedenza excstatica dell'essersi o eccedenza della libertà, o l’eccedenza excstatica dell'imago-in/visibile. La spazialità è la struttura ontologica dell'eventuarsi dell' in/visibile o nella razionalità epistemica o della fenomenica o noumenica, è l’intenzionalità dell'evento dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago-in/visibile dell'Ereignis dell'essersi. Si dà quale event-in/visibile dell'essere. L’imago è l’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza, è l’essere, è libera singolarità, o singolarità in perenne transcendenza. La singolarità è l'imago dell'essersi o singolarità del visibile, o lo stabilirsi è il luogo dell' evento dell' apparenza libera o del mostrarsi dell' essere. L'in/visibile non-ente, niente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante fenomenica ideale o noumenica. Il visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, o lì c’è il mostrarsi o il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere. Il “luogo” si dà nell'epigenesi quale evento dell' imago in/visibile consenso, evento del senso dell'Essere o La transEVIDENZA o transvedenza excstatika in/visibile. L'in/visibile è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento, o incompletezza dell’evento fenomenico, categoriale, noumenico, quale Gegenstand o singolarità o monade in/visibile: è la vaga erranza nel mondo, è la singolarità dell'evento, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. L’evento senza fine, senza transtelos, senza translogos, è la libertà cronotopica della mondità o della mondanità. L’evento è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis-in/visibile Singolarità. L'in/visibilità si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza in/visibile. L'in/visibilità è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento in/visibile, o singolarità quale enigma dell'essersi: singolarità in/visibile. La singolarità si dà quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento dell' eterno ritorno o singolarità a-temporale che non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa, pura apparenza o evento della singolarità: aldilà del fenomeno della purezza o noumeno. È la singolarità che eventui se stessa, fonda l'evento dell'essere. Qui è la singolarità in/visibile a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi. L’eidos dell'imago, o della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento di-fronte, o Gegen-stand che si eventui dal nulla, così è ideale Platonica, nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza, verità aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità della singolarità dell'evento: l’essere è l'evento-singolarità o alterezza in/visibile. E' IL PENSIERO DELl'icona-singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza o discordanza nella concordanza: tra il transvisibile pensare c'è l'evento dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci. L’immagine dell'imago del mondo sensibile o dell’idea Platonica, è Essa stessa un’idea o l'idea dell'in/visibile, o meglio il pensiero della fenomenica o noumenica. Nel colore c’è il pensiero, per Proust, e non solo pensa, ma è l'evento dell'essere invisibile, indicibile. Il pensiero abita il colore o abita il suono quale translogos exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee, il colore pensa da sé. L’esserci in/visibile non è altro che il suo essere evento-singolarità ed è la verità della singolarità, quale estaticità dell’evento in/visibile o il rivelarsi, o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi della Transcendenza. Platone svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò La verità nell’apparenza. L’adaequatio res et intellectus è un’ intuizione eidetica libera della presenza fenomenica o noumenica. L'in/visibile è invece sempre eccedente, è l'ecxstasi nel suo esserci. L'in/visibile è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzione. L'in/visibile è il Gegen-stand della spazialità: un di fronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza, è l’eccedenza excstatica. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica, è l’evento della singolarità, o la Differenza ontologica del pensiero in/visibile, è l'Essere in/visibile. L'essere Differenza è l'evento in/visibile. Più nel profondo è l’Essere in/visibile che si dà quale evento ontologico dell'essersi! L'immagine non esiste è il velato in/visibile nello spazio. Psiche non è carne. La carne è psiche. Psiche è da nessuna parte e non è una cosa. E' l'interiorità, senza interiorità. Non ha alcuna esteriorità. E ' visibile-invisibile, è un mito in/visibile. Apre il mito-immagine ed è il velato o è una stringa di immagini, e consente di interpretare e riflettere. Nel corso del tempo l'Essere-in/visibile svela e vela se stesso, si manifesta e si ascolta, è l'evento che si eventua, scompare, è l'increspatura dell'onda, è l'abisso di cui non si può mai trovare il fondamento nè temporalità, si esprime e si occulta, oblia e disoblia, è l'abisso del non-fondamento, in cui affonda l' Erlebnis del senso del non-fondamento. L'esser-in/visibile ontologia dell'abisso del non-fondamento o ‘flusso’ temporale, è una monade-in/visibile, flusso intenzionale in/visibile, è sintesi passiva, intuizione in connessione trascendentale. Husserl svelò l'intenzionalità in/visibile fondante dell’epoché fenomenica già nelle intenzioni in/visibili. La meraviglia come inizio della filosofia Platonica o dissomiglianza o differenza o increspatura dallo sfondo o dal nulla, contrasta con il dissimile, esercita l'intenzionalità in/visibile del volgersi-verso, sia che lo svolgersi segua o insegua. E. Husserl svelò l'in/visibile passività transcendentale monadica e fenomenica della vivenza. La monade è vivenza che dà e si dà in sé in/visibile nell'agire e patire, in-oblio e dis-oblio, è l'in/visibilità monadica che si eventua. Appare evidente la Bildung-in/visibile, essere-in-verità la monade fenomenica-noumenica: evidenza l' epoché fenomenica o monade ontologica in/visibile, o intersoggettività monadologica decostruttiva o cura o intenzionalità delle in/visibili evidenze, le evidenze sono assentemente presenti nell’epoché fenomenica o verità fenomenica, o eidetica o eidos-in/visibile infinito, intenzionalità visibile e invisibile, evento in/visibile dell'INTENzionalità o Intenzionalità in/visibile o intenzionalità ontologica. L’intenzionalità in/visibile è l’intenzionalità dell'esserci aletheia dell'intenzionalità. L’intenzionalità in/visibile si dà senza perchè. L’intenzionalità è l’essere intenzionalità, è intenzionalità ontologica in/visibile. L’intenzionalità ontologica invisibile è l' essere intenzionalità ontologica del mondo, l’intenzionalità dell' essere in/visibile INtenzionalità. L’intenzionalità dell' essere è l'armonia a-fenomenica invisibile è visibile evento dell'intenzionalità dell'esserci prima che possa essere visione o intuizione nello spaziotempo. L'essere pensante disvela l'armonia afenomenica quale chiasma delle singolarità penrosiane svelate anche quali superstringhe, e recentemente m. pitkanen ha disvelato le intenzionaità leibniziane invisibili ontopologiche, o in/visibilità ontologiche o l'essere monadi ontologiche. Husserl già nel visibile-spazio e Corpo-Spazio svelò il visibile nell'invisibile-spaziale. Kant intuì la spazialità connettendola alla cosmicità ed al corpo, nello spazio è lo spazio cosmico della spazialità, contro la relatività leibniziana dell' invisibile in essere. L'essere invisibile Dasein è il Nulla nell'Essere. Essere invisibile è l'essere nulla. L'aporia essere-invisibile versus essere-visibile Dasein estatico. Essere invisibile è però essere-visibile-Dasein dell'essere, essere-invisibile-visibile? Leibniz disvelò l'essere-invisibile. Leibniz svelò l'essere-invisibile nel Dasein fenomenico o óntico, lì è ontologia invisibile. Leibniz pensò l'invisibile infinita esserità infinitamente invisibile, ontologica in/visibilità. Leibniz svelò l'essere-Dasein- in/visibile? O essere invisibile-visibile-invisibilità dell'essere nel tempo dell'essere invisibile, o essere visibile dell'essere slancio, invisibilità dell'essere. Leibniz disvelò l'invisibilità ontologica. Leibniz ideò l'essere invisibile essere-visibile dell'essere o essere in/visibile dell' essere ontologicamente invisibile, o struttura ontologica invisibile. La dinamica invisibile è un evento. La struttura invisibile è estatica. Leibniz svelò l' in/visibile essere, Leibniz immaginò la monade in/visibile e Svelò La fenomenica invisibile struttura delle interazioni dell' essere quale fenomeno invisibile ma tangibile.Cos’è il tempo invisibile?O qualia invisibili o intenzionalità invisibili, o eventi invisibili? O l’essere invisibile fenomeno dell'essere In-visibile, in-audito, visione fenomenica dell'intenzionalità invisibile Nel tempo invisibile, o fenomeno stabile dell'essere immateriale struttura dell’invisibile, è nel mondo in/visibile. È un’immagine invisibile?! L’invisibile ontologico? O essere fenomenico in/visibile o fenomenologica dell' in/visibile. Husserl ideò il fenomenico flusso invisibile o la fenomenica invisibile o fenomenica visibile dei fenomena intenzionali, o la struttura invisibile dell' essere fenomenico o qualia invisibili, o immaginazioni invisibili del visibile: la visione che vede, il dolore che soffre, l’accorgersi che si accorge, l’interrogarsi che si domanda, il flusso del vedere l'invisibile flusso invisibile. Perché invisibile? O purezza invisibile o nulla. Svelare l'invisibile nulla dell'essere fenomenico. E' nulla invisibile nel campo visivo dell'essere. Heidegger svelò L’esistere nell' esser-ci, l’esser-nello-slargo? Chi è l’invisibile mondo? È spazio invisibile che ci abita. Gli invisibili spazitempi? fenomeni invisibili? cos’è l’invisibile fenomeno invisibile? evento invisibile, tempo-spazio a-Euclideo? Ontopologia dynamica in/visibile? topologie dynamiche quantiche quale ontologia in/visibile? In/visibile ontologia in interazione: Pitkänen ci dà una topologia geometdynamica, Rene Thom la Catastrophe Theory dell' in/visibile. Per l'ontopologia René Thom svelò la Teoria della Catastrofe in/visibile. Thom disvelò la catastrophe-in/visibile. René Thom è l'archegete della catastrofe-in/visibile. In/visibile-topologia o topologia-in/visibile, è la spazialità curva del flusso in/visibile o catastrophe in/visibile. Catastrofi in/visibili nello spazio pieghevole, o tempo che si piega, appare, può essere il tempospazio o spazio in/visibile. Lo spazitempo può essere visualizzato nello spazio-catastrophe dell' in/visibile catastrofe. Thom svelò lo spazio vuoto in/visibile della monade invisibile. O In/visibili microtubi spaziali quantici. Tale interpretazione consente l' Ontologia dell' in/visibile. Ontologia in/visibile o invarianza delle strutture in/visibili, o campo dei quanta di fluttuazione in/visibile. In/visibile vuoto fluttuante. Il vuoto di fluttuazione è in/visibile schiuma, è schiuma di bolle con due superfici o macrosphere. Bolle di superficie infinitamente sottili o in/visibili nulle-membrane. Schiuma di vuoto fluttuante in/visibile, è una differenza asimmetrica dei quanta nel tempo di una in/visibile struttura neurale del cervello. E ' l' in/visibile indeterminatezza dell'essere ontologia dinamica quantica. Tale architettura consente la stabilità delle singolarità. Eddington prima e poi Eccles idearono le fluttuazioni in/visibili. M. Pitkänen svelò i salti quantici dell'intenzionalità. Pitkänen ideò la struttura intenzionale in/visibile nello spazio-tempo. Pitkänen pensò strutture in/visibili di microtubi vuoti quantici. Pitkänen costruì un modello geometrico in cui il vuoto si lascia attraversare da in/visibili flussi nel vuoto. Pitkänen pensò quantiche fluttuazioni di tubi in/visibili di spazio-tempo. Attrattore in/visibile frattale dell'instabilità: in/visibile attrattore di instabilità capace di formare nuove strutture di biforcazione. L'instabile in/visibilità biforca la stabilità frattale o instabilità quantica di Mandlebrot. È la struttura spaziale-temporale dell'in/visibile stringa quantica. L'infinitin/visibile dinamica quantica o cromodinamica quantica delle singolarità invisibili-visibili di Kaluza o invisibile struttura dello spazio-tempo o chiasma della struttura invisibile quantica di spazio-tempo, o visibilità supersimmetrica o stringa in/visibile nello spazio invisibile dello spaziotempo-singolarità. L' in/visibile singolarità visibile è la curvatura dello spazio-tempo. Se lo spazio-tempo-curvatura è invisibile curva eventi invisibili, come la singolarità curva il tempospaziale, il tempospazio in/visibile. Tempo invisibile dello spazio-tempo. La struttura è in/visibile spazio- tempo strutturale quantico. La corda in/visibile è la topologia ontologica o ontopologia quantica di Möbius con infinite-dimensioni invisibili di infinite Topologie di superstring. Topologica stringa in/visibile dello Spazio-tempo o spazio-tempo a topologia in/visibile. L'in/visibile intenzionalità topologica dynamica Intenzionalità o Platonia di flusso topologica, flusso invisibile, flusso in/visibile è il flusso dell'esserci in/visibile tangente invisibile topologia, è il flusso in/visibile. Il flusso di spazio-tempo invisibile spazio-tempo Quantico! invisibile! Tempo quantico-topologico frattale, spazio-tempo invisibile dello spazio-tempo fractale invisibile! essere spazio-tempo invisibile! essere invisibile Quanta o invisibile essere cognitivo quantico dell' intenzionalità! invisibile simmetria con struttura cognitiva topologica del flux topologico, in/visibile flusso di microtubi cognitivi Quantici invisibili dell' intenzionalità invisibile visibile quantistica fluttuante macrotemporale quantica dell'intenzionalità. L'in/visibile essere topologia è spazio-tempo invisibile spazio quantico trascendentale vuoto e infinito topologico con infinito Spazio-tempo dell'intenzionalità della visione Platonia, o in/visibile monade di Leibniz infinita struttura complessa. L infinito essere delle strutture spazio-temporali topologiche quantiche dell' intenzionalità o Platonia, spazio-tempo vuoto infinito dell'essere in/visibile infinito infinitesimale di Leibniz trascendentale. Kaluza svelò L'in/visibile Teoria delle stringhe, già assentemente presenti nella monade trascendente dell'essere in/visibile. Kaluza dispiegò L'essere HYPERDIMENSIONALe della stringa topologica. JA Wheeler e Pitkanen svelarono la topologia strutturale infinita della String-Theory FRACTALE dello SPAzI-TeMpo! Qualia in/visibile dei Qualia. Qualia dynamici dei flux topologici o in/visibili-flux-tubi. L'in/visibile Theory-Qualia-Dynamica Topologica Quantica dei Qualia-flux-tubi, o Platonia. L'in/visibile Platonia visibile o M-theory dei flux-tubi topologici, Leibniziane monadi infinite. In/visibile Leibniziane monadi Topologiche. M. Pitk¨anen disvela L'in/visibile M-Theory-Topologica ontodynamica:Essere infinita in/visibilità dell’essere nella latenza, custodita, curata per eventuarsi nella epokè dinamica della radura dell’Essere, dell’Essere diradato, sgombro, libero d’Essere nell’abisso, senza nulla, senza niente, senza fine, senza tramonto, senza eclisse, lì si dà, si getta alla presenza nella radura, nella topologia dell’Essere, quale ontologia dell’Essere dinamico, il Gegengrund o fondale che si eventua nella varietà della gettatezza della dynamis, è la radura dinamica che custodisce, kriptata, latente la cura dell’Essere Gegengrund in/visibile o fondale degli spazitempi ove si getta dinanzi, davanti l’Essere in/visibile della dynamis, i luoghi sono quelli che l’esserci si trova di fronte non ad un orizzonte del mondo, o ad una prospettiva mondana, o ad un tramonto o eclisse cosmici, ma l’Essere è abitato dynamicamente dall’orizzonte e dalla prospettiva dell’Essere senza fine, senza declino,senza tramonto, senza eclisse, quale eterno ritorno della risonanza dell’Essere in/visibile. Solo così si eventua l’epochè in/visibile della singolarità ontopologica dell’Essere. L'in/visibile differenza ontologica tra il Gegenstand che ci viene in-contro in/visibile e si getta alla presenza, per abitare l’Essere che contempla la radura ove si eventui la differenza nell’ontologia dinamica, quale presenza che abita il luogo ove non ha mai abitato né l’entità, né l’Esserci, né la mondità, né la metafisica, ma solo la risonanza dell’Essere in/visibile che ci viene in-contro. L'in/visibile Gegenstand si getta ed abita l’Essere quale in/visibile ontologia: si incontra l’Essere ove l’Essere si dispone nella contemplazione, nell’ascolto,nella visione,nella sensibilità e nel pensiero in/visibile dell’Essere di fronte, dinnanzi, davanti che ci viene incontro, nel Gegenstand o fondale in/visibile delle radure, dei vuoti ontologici, ove l’essere si eventua per essere contemplato e per abitare l’essere di fronte, oltre che abitare solo il mondo. Quando un luogo, una radura, un vuoto sono abitate dall’Essere in/visibile che si getta e che viene in-contro all’Essere, si eventua la presenza in/visibile qui ed aldilà del mondo, o lo spazio vuoto, la radura ove è custodito, curato, evocato e contemplato il Gegenstand-in/visibile dell’Essere che viene incontro per abitare il mondo, o l’ikona dell’Essere, l’essenza dell’Essere, l’Essere in/visibile-Essere ontologico. Si eventua così nello spazio e nel tempo del mondo la differenza ontologica: si presenta la topologia dell’Essere-in/visibile di là e di qua in ontopologia fluttuante dell’Esserci, del mondo ontologico in/visibile. Il mondo dell’Essere-in/visibile si getta invisibile, indicibile, inaudito, all’assenza presente. La Topologia dell’essere in/visibile topologia animata dell’Essere che trascende l’Esserci, è l’Essere in/visibile ontologico: è invisibile, indicibile, inaudito, estatico;è anzi l’unico che dà senso, stabilità, l’impianto, la Gestell in/visibile dell’Esserci, dell’Esser qui, dell’Esser là, dell’Esser aldilà. La topologia in/visibile è la Gestell del mondo e dell’Essere animato, quale Esserci che ci viene in-contro nella sua morfogenesi di Essere animato in/visibile. Giacchè solo quell’Essere è L'in/visibile che ci potrà salvare, o curare, o consolare, nel vuoto ontologico, nella radura dal nihilismo in/visibile, nella singolarità del nulla, quale Gestell in/visibile: Essere che ci incontra e avviene, si getta nell’Essere in/visibile dell’Esserci Topologia in/visibile chiasma dell’Essere. L’Esserci in/visibile che ci viene in-contro, quale Gegenstand in/visibile o fondale è la donazione di misura, la misurata topologica che abita visibile l’invisibile, l’indicibile,l’inaudito, l’indecidibile svelato infinitamente o L'in/visibile singolarità dell’Essere vivenza nell’Esserci, sia quale vivenza della mondanità, infinita, indicibile,inaudita. L’Essere in/visibile che vi viene in-contro o che si in-contra è l’essere animato che dalla latenza kriptata, custodita, curata, della radura della Topologia dell’Essere, si eventua visibile quale misura del tempo e dello spazio o visibilità all’infinito, un’armonia in/visibile dell’entità pensante. L'esseri animati è la sensazione in/visibile della visione della dynamis del flusso in/visibile, o flusso e flussi nel nulla. L'in/visibile flusso dei flussi. Flusso immateriale e in/visibile al di sopra della Krisis. Husserl ideò la spazialità in/visibile della spazialità, così si dispiega lo spazio in/visibile o spazio intuitivo e spazio geometrico a-euclideo. Merleau-Ponty separò lo spazio pre-categoriale o grund-in/visibile o Zentralkörper della spazialità naturale distinguendola dalle geometrie a-euclidee o varietà categoriche. La varietà in/visibile categoriale pura della spazialità si annuncia nella fenomenica della visione dello spazio, indeterminato ed in/visibile spazio in cui abita il mondo-della-vita: la sua purezza ideale in/visibile infinita spaziale. Merleau-Ponty ideò la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile. L'apeiron c'è sempre senza fine, infinitesimo o abissale senza fondale ove c'è l'eventuanza o si dà diafanè la transvedenza, quale klinamen o ab-scissa dell'archè o l'eventurarsi della singolarità della splendenza. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica quale enucleanza o coniuganza kategorica, quale eventuanza dell' essere abissale disubissato o che si eventui nell'evidenziarsi svelatezza senza fine, quale risplendenza o transplendenza o splendenza o splendezza: qui la purezza in/visibile è katarsi o depurarsi o abnegarsi, è la fenomenica tensione o l'in/visibile intermittenza tanto da evidenziarsi in diafanè o fenomeno-noumeno, ovvero il fenomenico-in/visibile-noumenico. La monade può essere visibile purezza d' essere: lì c'è l'evento, è la completezza o completa armonia afenomenica dell'immaginarsi che si dà e trascenda se stessa, o è l' EREIGNIS delL'in/visibile dell' Essere evento in/visibile dell'Ereignis. Ereignis è il pensiero che si pensi pensiero dell'essere, o originale evento dell' essere in/visibile. Il pensiero in/visibile è l' originale pensiero dell'essere perchè è il pensiero dell'evento in/visibile dell'essere abissale o eventuanza dall'Abgrund, o l'eventuarsi dalla verità abissale ecstatico dell' essere. La verità dell'essere in/visibile è l' Ereignis abissale, quale Ereignis abissale della verità dell' Essere-in/visibile o dell' Essere o Lichtung-in/visibile, o Essere in cui risplende L'in/visibile. L'Essere in/visibile è dispieganza nello spazio-tempo dell'evento. La verità dell'essere evento è l' Ereignis, ed è l' Essere che dispieghi la verità dell' Essere come evenienza o dispieganza dell' essere in/visibile. L'infinito quantico, infinitamente grande o infinitamente piccolo, è di per sé l'infinita in/visibilità dell'evento. L'infinitamente grande e infinitamente piccolo sono l'evento dell'in/visibile infinità Quantica di per sé connessa o quantica infinita dispieganza. Quell'essere quantica infinita è in se stessa eventuanza in excstasi, o è estasi quantica, l'al di là transinfinita in/visibilità: è il suo essere-per-sé o il suo eventuarsi transinfinita non più al di fuori di essa, ma in sé quale essersi o dispiegarsi o eventuanza in excstasi: il suo essere al di là e al di sopra, o sempre nell'oltre dispieganza dell'eventuarsi essere quantica infinita di se stessa. Così il suo essere al di là di se stessa o al di sopra o nell'oltre è oltre-ideale, o essere-per-sé L'in/visibile transinfinita. L'in/visibile mostrarsi asimmetrico dell'evento oltre i phaenomena. L' imago in/visibile è transcendenza ontologica quale nous o noumenica imago abissale transvisione dell'esserci, quale transinfinito abissale sempre di fronte, gegenstand-imago-in/visibile, e sempre aldilà, oltre transcendenza exstatica. Nel corso della temporalità l'imago-in/visibile, o la sua iconomorfia quale modello dinamico dell'essersi sempre di fronte con l'imago transinfinita, con la transtabilità delle imago decostruite dalla instabilità della spazialità transinfinita in exkstasis. L' imago in/visibile è instabile, o meglio è transtabile quale stabilirsi dell'evento dell'imago dell'essere sublime, quale transinfinita matematica. E' l'exstatica imago-in/visibile transvisiva della spazialità, o Transvisione della transcendenza dell'essersi. L'essere senza fine, senza confine e senza telos, è transevidenza In-fondata e imago abissale, excstasi che si dà nel mondo, c’è nell'essersi excstatica in/visibilità transinfinita: è l' evento della verità dell'essersi imago in/visibile. Il suo luogo transcendentale è l'imago ontopologica dell'essere spazialità transinfinita sempre oltre o al di là delle ontologie regionali, della fenomenica o epistemica, perchè il Gegenstand-in/visibile si svela sempre quale transpazialità della verità, è l' Abgrund dell' imago in/visibile transcendentale, quale verità della transcendenza in/visibile, la quale precede e rende possibile ogni altra verità fenomenica o epistemica o empirica o noumenica. Qui c'è il mostrarsi della Verità excstatica dell'in/visibile imago o singolarità davanti-alla-sguardo, o senso dell’essere come evento priorità prima del fenomeno. L'in/visibile disvelò l’intenzionalità topologico-transcendentale che si dà nell'imago fondersi abissale che si sottrae o si annulla, si nega o è l'abnegarsi transpaziale e transtemporale della transcendenza fenomenica, per eventuarsi poi imago dell' essersi evento in/visibile. L'in/visibile-Gegenstand sta di-fronte quale imago-Gegen-stand dell'essersi, sempre al di là del categorico o della vivenza o della mondità o mondanità o ideale o della Fenomenica noumenica. Nell’evidenza si dà La fenomenicità del fenomeno, ma eccede quella transevidenza per essere la transvedenza excstatica dell'essersi eccedenza, o l’eccedenza excstatica in/visibile dell'imago. La spazialità in/visibile è la struttura ontologica dell'eventuarsi fenomenica noumenica, è il senso che si dà in/visibile intenzionalità dell’essere-nel-mondo: non è più solo fenomeno o noumeno, ma si dà quale imago in/visibile dell'Ereignis dell'essersi, è l’eccedenza excelsa quale imago per eccellenza dell'essersi in/visibile. L’apparire nella luce del fenomeno dell' apparenza è l’essere-il-visibile o l'esserci-del-visibile o l'essersi-visibile, non l'abnegarsi, non la sua privatezza, non la sua sussunzione funzionale o subornazione a uno scopo o a una utilità, nemmeno però l'abnegarsi nella noumenica. L'in/visibile singolarità, o singolarità in perenne transcendenza, La singolarità è l'imago dell'essersi o singolarità nell’essere transinfinita excstatica. La dimensione dell'in/visibile è il luogo dell' evento dell' apparenza o del mostrarsi dell' essere quale non-ente, niente, nulla, o evento dell'essere in eccedenza sempre al di là della natura calcolata, o della sua matematizzante fenomenica ideale o noumenica. L'in/visibile è una forma dell'icona del lasciar-essere l'eventuarsi, o lì c’è il mostrarsi o il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere. Il “luogo” del consenso, evento del senso dell'Essere in/visibile o La transEVIDENZA o transvedenza excstatika è la forma dell'eventuarsi dell'essersi purezza dell’evento, o incompletezza ideale dell’evento quale Gegenstand-in/visibile o singolarità monade dell’evento: è la vaga erranza nel mondo, è la singolarità dell'evento, è il nulla o l'abnegarsi dell'essersi. L'in/visibilità dell’evento senza fine, senza telos, senza logos, è la cronotopia della mondità o della mondanità. L’evento in/visibile è la differenza ontologica dal fenomeno o noumeno, è l’al di là del fenomeno e del noumeno, è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla senza fine e senza perché, o solo epigenesi dell'Ereignis Singolarità. L'in/visibilità si dà nella singolarità o nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza, è il mostrarsi dell'evento dell'essersi quale evento o singolarità dell'essersi: La singolarità in/visibile si dà quale evento dell'essersi senza fine, senza nulla, senza tempo. È fondamento in/visibile della singolarità a-temporale non ‘rappresenta’ nulla, è “solo” se stessa, pura apparenza o evento della singolarità. È la singolarità che eventua se stessa, fonda L'in/visibilità dell'evento dell'essere. Qui è la singolarità a gettarsi o abnegarsi nella dispieganza dell' eidos, o evidenziarsi o mostrarsi ideale. L’eidos dell'imago della singolarità iconica si eventua aldilà della purezza fenomenica o noumenica, quale evento di- fronte, o Gegen-stand-in/visibile infondatezza. Nella Recherche Proust disvelò il pensiero poetante in/visibile: È l’essersi che c'è o si eventua dal nulla, è ideale apparire nell’essere la più apparente o apparenza ideale, evidenza della purezza. Proust dis-velò La verità aldilà dell'adeguatezza ideale. La verità non è più la Platonica visione ideale, o la fenomenica o noumenica purezza ma la singolarità dell'evento: l’essere è l'evento della singolarità o alterezza in/visibile. E' IL PENSIERO DELl'icona-in/visibile non più ideale, ma singolarità dell'evento della dissonanza nella consonanza, quale transonanza o discordanza nella concordanza, quale transcordanza in/visibile singolarità che si dà senza perchè, quale Gegenstand dell'evento visione Proustiana, ò evidenza dolorosa, quale verità inedita che dischiude l'evento dell'esserci: il mondo non è stato creato una volta per tutte, ma lo è ogni qual volta sorge un nuovo evento ci appare nella sua differenza ontologica. È la differenza che crea l’evidenza della verità capace di vedere e sentire più profondamente le differenze: è il segnale che il pensiero si elevi, che abbia scoperto e stabilito i nessi tra eventi e fenomeni e noumeni. Una imago o una icona evento del pensiero poetante: tra il transvisibile pensare c'è l'evento dell'essere luce del pensiero, la luce si pensa o si eventua nel pensiero poetante dell'esserci.L’immagine dell'imago è una simulazione del mondo sensibile o idea Platonica, è Essa stessa l'idea quale excstatica, o meglio il pensiero oltre la categorialità fenomenica o noumenica. Nel colore c’è il pensiero. La pittura per Proust, non solo pensa, ma è l'eventuanza dell'essere in/visibile infinito vortice vivente, l' invisibile, l'indicibile. Il pensiero abita il colore o abita il suono, i colori pensano, i profumi raccontano, il colore pensa da sé. L’esserci in/visibile non è altro che il suo essere evento, si dà come evento in/ visibile. È la singolarità che crea se stessa ed è la verità della singolarità estatica dell’evento, o il rivelarsi o mostrarsi o abnegarsi o manifestarsi della Transcendenza in/visibile. Platone svelò la visibilità o luminosità o splendezza. Platone Ideò la verità nell’apparenza. L’adaequatio è un’intuizione eidetica della presenza fenomenica o noumenica. L'in/visibile è invece sempre eccedente, è l'ecxstasi nel suo esserci, è nel nulla, nulla stesso che si configura e si costella, è il Gegen-stand della spazialità: un di-fronte o rivelarsi senza Grund, o senza fondo o senza fondatezza, è l’eccedenza excstatica dell'evento. Non è mai una semplice presenza ideale, o fenomenica o noumenica, è l’evento della singolarità,o la Differenza ontologica del pensiero che si dà quale evento, è l’aldilà ontologico dell’eventuanza dell'essersi! CHE COS’È L’ESSERE in/visibile? L’esser-in/visibile è il puro essere, l’essere è in/visibile non-essere, indicibile essere, essere non-essere. PLATONE dispiegò l' armonia in/visibile o ESSERE In/visibile. Essere infinito Essere? Meinong ideò l'intenzionalità in/visibile o l'intenzionalità del non-esserci. Edmund Husserl in FILOSOFIA DELL’ARITMETICA fondò la fenomenologia dell'infinito-in/visibile. Già Karl Weierstrass o Georg Cantor idearono una Filosofia dell’aritmetica infinita in/visibile o intenzionalità infinita o transfinita. Non ancora l'ontologia dell'intenzionalità in/visibile ma l'ontologico cognitivo dell'essere c'è. Franz Brentano è l'archegete dell' intenzionalità, o degli atti mentali dell'infinito in atto. Ogni fenomeno psichico è ciò che gli scolastici medioevali chiamarono l'in/esistenza intenzionale mentale, è la Gegenständlichkeit. Ogni fenomeno psichico contiene in sé la presenza, è presenza infinita in/visibile, nel desiderio desiderato. L'in/visibilità intenzionale per la mente intenzionale o in-esistenza intenzionale, c’è, esiste è in/visibile intenzionare l' inesistente. In/visibile- inesistente intenzionale, o in-esistenza intenzionale. Gegenständlichkeit in/visibile. Gegenständlichkeit ontologica in/visibile dell’intenzionalità o inesistenza intenzionale dell’in/visibile-intenzionalità. Gli atti o le entità intenzionali in/visibili in-esistono intenzionalmente o l’intenzionalità in/visibile del Gegenstand. Tale in/visibile Gegenstand è in sé un infinito in atto, un’immagine mentale. Nella presenza l’infinito in atto si dirige per essere in/visibile alterità. Husserl è l'archegete dell' intenzionalità in/visibile. E' l’intenzionalità strutturale fenomenica trascendentale ontologico-materico-ontico. Lì l'in/visibile intenzionalità è ontologico-formale o trascendenza che si manifesta in negazione, o presenza o intenzionale verità. Nella presenza intenzionale l’intenzionalità fonda l’in/visibile intenzionalità, è “essere in sé” che si manifesti nella mondità o nelle singolarità in/visibile. Le intenzionalità in/visibili ontologiche della trascendenza intenzionale o Gegenständ-in/ visibile-intenzionalità. Cosa è l’in/visibile intenzionalità? L’in/visibile-intenzionalità è essa stessa un infinito in atto. Nell’interpretazione fenomenica l'essere-in/visibile è intenzionale interpretanza fenomenica della verità, o evidenza in/visibile fluttuante, o splendenza o splendezza assentemente presente, o che si sveli solo nell'infinito o nel transinfinito o nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità dell'etere o che aleggi sempre entousiasta , nella evidenza sempre ab-scissa dell'essere-in/visibile alterezza o in/visibile-monade di perfezione. Epigenesi in/visibile è l’imprimersi di una forma excelsa o svelatezza. Plotino è l'archegete dell'evidente transvisibile nell'ideale visibile della mente, quale armonia invisibile o transonanza della natura stessa o svelatezza o essere estatico-nel-mondo dell'essere. L' in/visibilità excelsa di Leibniz si svela invece nell' essere della monade-in/visibile quale intenzionalità ontologica-metafisica. Leibniz pensò per primo che nulla c'è senza l'in/visibile o nulla c'è senza la monade. L'in/visibile si eventua già nella monade quale singolarità o punti métaphysique, o metafisici punti prioritari dell'essere delle entità. Qualsiasi transentità che è di per sé è costituito come transmonade. Leibniz svelò l'elevatezza nella monade afenomenica, quale excelsa transinfinita monade, o transapeiron nella sigolarità in/visibile, o nella priorità transinfinita della sua essenza. Il fenomeno dell'in/visibile dinamica si evidenzia solo dopo essere già stato monade che dà la svelatezza dell' essere, quale essere che si sottrae in transinfinita transvisione della monade, è l'esserci in/visibile-dasein, è l'intenzionalità excelsa dell'essere. Quella monade-in/visibile quale struttura ontologica dello slancio interpreta l'essenza della monade dell' essere perfezione o completezza dell'intenzionalità exstatica o gettanza o slancio fenomenico- noumenico epistemico, ontologia del Dasein, costituzione dell'esserci quale essere il modello per la comprensione della monadology: una monade in/vivisibile e completa, paragonabile alla dasein-transcendenza, è la struttura fondamentale della monade o l'idea di essere senza limiti o l'infinito o transapeiron o transfinito quale transinfinita in/visibilità dell' essere, o essere inteso come Dasein estatica o Dasein-in/visibile-Leibniziana ontologica. La monade ontologica in/visibile è lo slancio del dasein ontologicamente strutturale: la monade non è anima, ma al contrario l'anima è una possibile in/visibilità della monade. La dinamica dell'in/visibile non è un evento occasionale ma è La struttura ontologica estatica della dynamis. Anche per Plotino la transvisione dell'in/visibile sensibile è fondamentale nella katarsi e ascesi e purezza: L’anima purificata diventa forma, nousia, si fa tutta incorporea, intellettuale ed appartiene interamente al divino, ov’è la fonte dell’anima e consiste nel rassomigliare al dio o nella svelatezza della transmorfia divina, poiché da lì deriva la natura essenziale dell' essere. Transvisione di svelatezza delle immagini della vera fonte dell'in/visibile in sé, la transentità dà rimanendo in sé, senza ricevere nulla in sé. L'in/visibile fluttuante infinito o transinfinito c'è nel senza-fine o nell'abisso del senza-entità della transvedenza, o aleggia sempre La trascendenza in/visibile, è l' infinito o transapeiron nell'archè, o trascendenza del dasein o struttura ontotheo-logica: transpazialità che c'è ma sempre al di sopra o come l'al di là del dasein o essere in/visibile. La trascendenza del dasein eleva, dà alterezza all' essere, quale Dasein sempre al di là e al di sopra, per essere sempre un' armonia cosmica quale transcendenza del dasein aldilà dei modelli ideali o quale decostruzione della visione in/visibile: è transinfinita nella profondità dell'essere abissale, o transinfinito dasein in armonia afenomenica visibile. L'infinito nell'archè è transinfinito archè dell'essere vivenza epochè di dasein e di morte. Lì si è evento nella mente dell'intenzionalità desiderante indicibile: nella mente transinfinita e sempre oltre l'orizzonte per assistere all'evento in/visibile-imago nei pensieri, l'invisibile presenza s'eleva e s'installa con l'estasi in/visibile. Là abita il vuoto catastrofico che inabissa il transenso del niente, il sommerso che inabissa l'immerso: è la catastrofe della transmorfia che capovolge l'essere e lascia prevalere il niente. E' una piccola increspatura che dà l'entusiasmo al nulla nell'emergere alla luce inabissando l'essenza del senso in/visibile nulla. Lì là ove si abita in transtopia spazialità, o La vivenza dell'essere nella transpazialità, li cura come se fosse in estasi che si increspa ed aleggia, d'improvviso l'immensità vacilla, barcolla, danza all'interno in equilibrio con intenzionalità o il soffio della vivenza transinfinita. L'in/visibile stabilità dell'esistenza dell'essere si svelerà oscillante e transonante. Una transonanza transinfinitesima genera l'abisso ove l'essere si disvela nella sua ellittica curvatura: si vive solo la superfice del mondo trafitti dal raggio del nulla-in/visibile. Un'infinita Topologia Dynamica super-stringa Spazio-tempo-Intenzionalità con infinite-dimensionalità Spazio-temporali in infinite-dimensioni: come le monadi di Leibniz infinitamente visibili, l'interpretazione è spazio-temporale o matematica Platonia infinitesimale infinita di Leibniz, infinitamente struttura non-visibile topologia-iper-finita. In/visibile iper-finita struttura di infinito-spazio transcendentale, evento struttura infinito-dimensionale spazio a topologia di stringa o singolarità in/visibile. Si delinea una gestell dell'evento ontopologia sul sentiero di una analitica dell'esserci o dasein-analytik assentemente presente in kant, per interpretare l'analitica nell'apeiron sia nell'archè senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica gegenstand, presente solo nell'evidenza ideale della purezza eccelsa sempre al di là e sempre al di sopra o sempre oltre il sensibile e percepibile, quasi fosse l'alterezza transvisione esserci pensante che contempli la transcendenza dei fenomeni ideali o l'invisibile apeiron in ontopologia senza fine o infinitezza, o una infinità d'imago nell'esserci o abissalità senza fondale ove c'è l'eventuanza o si dà diafanè la transvedenza dell'archè dell'eventurarsi singolarità o ereignis o transvedenza della splendezza in/visibile: quella transvisione monade può essere visibile nella sua purezza quale transcendenza dell' essere-visibile EREIGNIS dell' Essere. Lì il chiasma qualità-quantità si dà quale transinfinità, o non-finito o senza-la-fine o senza telos o negazione kategorica qualitativa del finito aderente o gegenstand, giacchè alla fine c'è sempre un oltre, un aldilà o un essere-in-vista-dell'evento della transcendenza, o in transcendenza abissale: ma una ontopologia della transcendenza è ancora kriptata e non ancora gettata in vista per la trascendenza fenomenica ideale noumenica o trascendenza analitica. Se il fenomeno ideale noumenico primigenio della temporalità originaria e autentica è l’esserci è possibilità sempre in transcendenza la singolorità in vista dell'evento della transcendenza nella purezza, o semplice possibilità d’esserci della transcendenza, una eventuanza d' essere sempre in vista della transcendenza abissale e senza fine, o senza la fine e sempre nell'indeterminatezza o della transcendenza indeterminata. L’esserci non ha una fine, bensì c'è nel finito, è finito nell'infinito è transinfinitezza nel finito: è transinfinito nella monade infinitesima, excstasy della mondità, è excstasy dell'esserci transplendezza, è transcendenza transinfinita nel finito o nell'apriorità o nell'arkè o nella transcendenza paradigmatica; ed è quell'essere-in-vista-della-transcendenza o Cura dell' essere-transcendenza della singolarità. La Cura è il tempo excstatico, anche nella sua fenomenica ideale noumenica e quindi ontica e ontologica; la Cura è l’essere transplendenza che sempre c'è senza-fine; la Cura è tempo ontopologico dell' abitare poeticamente il mondo, è la differenza nell'ontopologia, quale transcendenza della singolarità afenomenica anoumenica aepistemica, Gettatezza dell'essere, quale transcendenza della gettanza si mostra in excstasy, dispiegata quale abnegarsi dell’esserci e non può perciò essere una cadenza da un più puro e superiore stato-originario del quale non si abbia né fenomenica ontica, né comprensione ontologica, sia pure velato essere nel mondo, quale essere in vista della transcendenza, quale fondamento di un essere originario in transcendenza della singolarità. Nell’essere dell’esserci c'è già l'eventuarsi dell'abneganza ontopologica, o la fenomenica ideale della nascita e della morte. L’esserci ontico o fenomenico esiste per nascita, e per nascita muore anche proprio nel senso dell’essere-la-morte. Entrambi sono, finché l’esserci esiste, possibile eventuanza dell'essere in vista della transcendenza dell’essere dell’esserci, quale cura della gettanza degli eventi in transcendenza. Nascita e morte si coniugano nell’esserci, nella singolarità transcendenza di gettanza e sfuggenza o abneganza o eventuanza-essere-la-morte, quale transcendenza della singolarità. L’essere nel mondo dell’esserci si dà nel suo abitare poeticamente, o essere-in-vista-della-transcendenza: la sua fondatezza si eventua nell’ontologia dell’esserci, o meglio la sua transcendenza fondante si dà nell'esserci, nella struttura ontopologica della transcendenza, nell'eventuare una struttura ontopologica quale offerenza, senza-fine, senza fondale, abissale Gegestand, non una cosa, una sostanza o un oggetto, ma si dia intenzionalità nel plesso della transcendenza della singolarità, giacchè ogni entità nel suo essere differenza dall’esserci si sveli come insensata, destituita di qualunque senso, ci sia cioè solo la transcendenza. L' acosalità afenomenica aideale anoumenica aermeneutica aepistemica dell’esserci, sia quale matematica infinita, sia quale dinamica excstatika è la fondatezza della transcendenza della singolarità nel suo essere-transpaziale, quasi la dispieganza kantiana del dasein quale essere-nello-spazio: l’esserci, nel suo essere-nel-mondo, è transpaziale o dasein-transpaziale-in-estasy, l’esserci occupa, letteralmente, lo spazio. Non è affatto sussunto nella porzione spaziale riempita dal suo corpo. La transpazialità dell’esserci non consiste in un semplice occupare luoghi, ma nell’eventuanza che si dispieghi nella transradura della transplendenza, illuminandola. Ecco perché l’esserci è nel contempo transpaziale originale e la transpazialità. Lì si disvelò la transcendenza ontopologica: quale nuova teoria dell'esistenza o dasein-analytik, che presenti l' ontopologico dell'esserci, che si disveli dalla critica epocale dell'ontoteologia, dal nuovo senso di esistenza o dasein-analytik-ermeneutica, o situanza, determinazione completa, riflessione, forma, simbolo, esistenza, ovvero la problematica di una ontologia trascendentale delle categorie o la stessa ontologia dell'ente fenomenico ideale noumenico, o una ontologia della trascendenza. L' evento della tanscendenza o ereignis che non è né natura né libertà e che si presenta come un fondamento indeterminato, è la transcendenza ontopologica. La transpazialità dell'esserci nell'analytik-dasein, o l'immagine quale singolarità transcendenza è l' intenzionalità: è l'origine della dinamica della transcendenza ontopologica quale dispieganza transpaziale. Lo spazio può essere Un campo ove gli eventi sono presenti nella transcendenza transtemporale e transpaziale, ma possono essere transcendenze fenomeniche come un fenomeno ontico, o ontopologico della singolarità in transcendenza quale transcendenza ontopologica o essere-in-un-mondo per essere la transcendenza. Se l’esserci è intenzionalità, o una gettanza o uno slancio di misura più forte e più duratura oltre ogni ragionevole possibilità fenomenica ideale noumenica. Tale intenzionalità è nobile alterezza excstatica, è nulla di più nobile e più eccelso, è l' Essere al di là dell'ideale e fenomenico e noumenico, quale Impetuosa, tensione dell' immaginazione nell' essere excstatica, o transequilibrio della transtabilità strutturale ontopologica transinfinita. La transVISIONe al di là di tutti i limiti della sensibilità ideale fenomenica noumenica consente di affondare, naufragare e fondarsi in transplendenza entusiasmante. La gioia è sempre singolarità nella monade, nella mondità o mondanità, perchè lì la dimensione è transinfinita e transinfinitesima, intenzionalità nel ben-essere dell’esserci: c'è l'apprensività, l'intuizione e la comprensione dell'intenzionalità dello spazio-tempo transinfinito e transinfinitesimo. Forse chi per primo eventuò la differenza tra spazio tempo endemonade in supersimmetria con lo spazio tempo della mondità disvelò l'eventuanza leibniziana ontopologica: ontopologia della disvelatezza transinfinita che disveli l'infinito trascorrere del nulla afenomenico aideale anoumenico aermeneutico aepistemico. Quella dinamica svela l'ontocronia nihilista dell'excstatica Dasein-analytic, quale ontopologica del Dasein-analytic: il Dasein quale essere-nella-verità Dasein. I phenomena degli eventi nihilisti del non-ente, del niente, del nulla, comprensibili senza gli strumenti dell' endelogos o della sensibilità o della congruenza intuitiva, giacchè lì l'endentità non c'è, anzi lì si disvela solo l'abissalità excstatica dell'essere quale essere-sempre-in-vista-dell'essere o transvedenza dell'esserci o del non ente o del niente o del nulla o dell'abisso, ma si dà anche quale paradoxa, giacchè l'intenzionalità del nulla è niente, quale transcendenza dell'intenzionalità del niente o dell'abisso o della singolarità abissale presente, passata e futura. L’essere nella gettatezza cura da sé l’essere senza la cura ontocronica, anzi si cura senza la fenomenica ideale noumenica epistemica ermeneutica, getta la sua cura della sua verità da sé quale splendezza transontopica che abita poeticamente il vuoto cosmico o la transradura ontopologica, quale gettanza dell'essere-in-vista-dell'essere o transvedenza. È la transvedenza dell'essere-sempre-in-vista-dell'essere che viene-incontro in eristica, che si disvela per essere contemplata quale fondatezza, così si dà, si cura nella sua futura-anteriorità-gìà-stata e sempre ontopologicamente presentemente assente o sempre in-vista-della-transcendenza o transvedenza in/visibile. Nel suo essere già-stata si getta nella ontokronia anche quale gegenstand-in/visibile, contra-ada, contra-stanza, contro-in-stanza, controistanza fondale che si getta nello sguardo sempre di fronte, quale gettanza che si dà evento dell'essere-in-vista-dell'essere o transvedenza. In/visibile ontopologia dell’evento-verità, aldilà di tutte le interpretanze infinite, giacchè è in ekstasy o si getta, si dà, si cura l’evento della verità ontopologica della transplendenza o dell’essere dell’aletheia o dell’essere-della-verità o l'essere-in-vista-dell'essere ontopologica. È l'in/visibile che si dà e si cura e si getta da sé: l’alterezza poietica nella transradura eventua la verità dell’essere, ma discopre e dispiega nello stesso tempo la destinanza dell’aletheia-gestell dell’essere, è l’alterezza della destinanza dell’evento della verità ontopologica nella transradura fondale, ove l’essere-in-vista-dell'essere struttura ontopologica, o l'essere-in-vista-dell'essere dispiega assentemente presente, transvedenza dell’essere-evento-della-verità, o l'essere-in-vista-dell'essere quale gettanza o transcendenza ontopologica senza-fondo della singolarità vuota attante nella sua vertigo in/visibile. L’essere-abisso nulla o ab-grund eventua l’ikona della radura ontopologica quale transontopia dell’essere inenarrabile, inaudita, inaudibile, indicibile, indecidibile, mai completamente interpretabile, né epistemicamente fondabile nelle kategorie fenomeniche ideali enoumeniche imperative della volontà di potenza metafisica trascendentale fenomenica, giacchè lì c'è sempre la transvedenza o l'essere-in-vista-dell'essere. Gli eventi o le intenzionalità della transcendenza o tranvedenza o dell'essere-in-vista-dell’essere abisso ontopologico disvelano la comprensione dell’essere in interagenza tra l’essere e la sua radura vuota transontopica, quale curvatura transinfinitesima o quale presente dell'interagenza o quale futuro dell'infinito. Solo l’essere consente alla transvedenza o all'essere-sempre-in-vista-dell'essere di accogliere l'echeggiare che si getta nell’abisso della radura ontopologica, per gettare le fondamenta del fondale dell’essere-monade in/visibile......
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