Monday, September 14, 2020

abgrund Hölderlin,Rimbaud,Ulisse,Melville: Naufragi



versi di  
Hölderlin: Là dove è pericolo,cresce anche la salvezza. 
E i primi veri poeti della modernità confermano questa idea di una prova iniziatica, che a loro è vietata: nel Battello ebbro Rimbaud si augura che il battello della sua
mente-corpo sia squassato dalle tempeste e che la sua chiglia scoppi, ma cade in una quieta disperazione quando scopre che il naufragio rigeneratore è un sogno
in fondo all'abisso, nel solo naufragio che può condurre ancora al nuovo,
ma il nuovo è possibile solo pagandolo con la morte: O Morte, Vecchio Capitano, leviamo l'ancora....


In forme variate all'infinito il tema di Ulisse che sopravvive per narrare non finisce, e arriva fino al Melville di Moby Dick: un immenso flashback narrato da Ismaele, il solo scampato al naufragio.

Ma mentre raccontava l'ultima epica del naufragio nel Male, Mel-
ville stava inventando con Bartleby lo scrivano un'altra figura di
naufragio, totalmente moderna e metaforica: il naufrago nell'ano-
nimato del lavoro meccanizzato, il sopravvissuto perso in un mon-
do estraneo, l'impiegato universale privato dell'avventura e la cui
sola resistenza al male � un lapidario �preferisco di no�.
Il vecchio Melville, ex marinaio e scrittore fallito arenato per vi-
vere in un impiego alla doganadiNew York, hacapito che i viaggiso-
no finiti, e i naufragi sono ormai di altraspecie. In^lmericaKafkafar�
naufragare Karl Rossman nell'immensit� spersonalizzata dell'A-
merica, e lo definir� "il disperso"; l'uomo di Sartre rester� chiuso in
una stanza, naufrago nel Niente e nella Nausea; F Io di Heidegger si
perder� nell'Abgrund, l'abisso senza fondamento, o affogher� nel-
la Chiacchiera; e, sepolto in una buca, immobile, con solo la testa
fuori dal deserto, il sotto-essere di Beckett racconter� in Giorni/eli-
cila fine frivola e banale di ogni sublime.
Fine di tutto? No, qualcosa ancora gallegger� della vecchia me-
tafora, affiorando in uno dei rari grandi poemi postmoderni, La fi-
ne del Titanic di Hans Magnus Enzensberger, dove, nell'anno di
piombo 1978, si racconta il naufragio delle illusioni di progresso e di
democrazia della Modernit�, con un sopravvissuto che come Ulis-
se parla, maparlaunalingua indecifrabile: �Non era n� un morto n�
un Messia, e nessuno comprese quel che diceva�. Quel che diceva
lo scampato del Titanic Io capiamo appena oggi, nel naufragio che
nessuno vuole vedere e chiamare con il suo nome: forse gli scam-
pati e i dispersi che siamo hanno ancora molto da raccontare.
Un rito di passaggio per il quale
valgono i versi di H�lderlin

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